Cosa significa “condizioni ossee minime” per inserire un impianto dentale?
Le mancano i denti ed eviti di ridere alle battute degli amici per paura che qualcuno noti lo spazio vuoto? Se la risposta è sì, allora è il candidato perfetto per l’impianto dentale. Poche persone sanno però, che l’impianto dentale è come una casa che ha bisogno di una base solida per resistere a qualsiasi terremoto. In altre parole, la quantità dell’osso disponibile nel momento dell’inserimento dell’impianto, influisci molto alla durabilità del lavoro finale, per cui l’osso mascellare dovrebbe essere abbastanza alto e grosso. Una condizione ossea minima vuol dire “poco osso” oppure “osso limitato” per un lavoro protesico durevole nel tempo.
Con la perdita dei denti, l’osso mascellare soffre delle modifiche nel suo volume. Se ha deciso di mettere impianti, il suo medico comincerà con qualche investigazione sulla quantità dell’osso disponibile. A seconda dei suoi calcoli, lui potrebbe constatare una condizione ossea minima per l’inserimento degli impianti. Il minimo è indicato dalla dimensione degli impianti che il medico ha deciso di usare e differisce a seconda dell’arcata dentale e della regione del dente da impiantare. Se Lei dispone di una base ossea minime, questa non è una condanna alla protesi mobile, che potrebbe farla sentirsi a disagio.
Curiosità matematiche sulle dimensioni minime dell’osso che ospiterebbe l’impianto.
Lo spessore osseo minimo della mascella superiore e inferiore, deve essere almeno 2 mm. maggiore dello spessore dell’impianto utilizzato. I più sottili impianti dentali sul mercato odontoiatrico sono da 2,5 mm. quindi lo spessore minimo dell’osso dovrebbe essere di 4,5 mm. ovviamente se si utilizza questo marchio di impianti dentali.
Di solito, tuttavia, vengono utilizzati impianti più spessi, ad esempio quelli di 3-3,5 mm. che sono comunque sottili, e lo spessore minimo dell’osso deve essere di 5 – 5.5 mm.
L’altezza ossea minima della mascella superiore può essere uguale alla lunghezza dell’impianto. Se il chirurgo decide di utilizzare gli impianti corti, che sono di circa 5 mm., questa sarebbe anche l’altezza minima necessaria dell’osso per inserire questi impianti dentali.
Nel caso della mascella inferiore (mandibola) l’altezza minima dell’osso deve essere almeno 2 mm. in più della lunghezza dell’impianto nelle regioni in cui passa il nervo mandibolare (la regione dei premolari e molari). Quindi, se utilizziamo lo stesso impianto dentale corto da 5 mm. per la mandibola, il minimo dell’osso dovrebbe essere di 7 mm. È importante notare che in queste zone viene calcolata solo l’altezza dell’osso presente fino al livello del nervo, non l’altezza totale dell’osso mandibolare.
Il nervo non passa pero, nella zona frontale della mandibola, quindi di solito, in questa zona si possono inserire degli impianti più lunghi.
Come riavere denti fissi con l’osso ridotto al minimo?
Se Lei è deciso di mettere l’impianto, ma le condizioni ossee sono al limite, ci sono 2 possibilità:
- Inserire l’impianto dentale nelle condizioni ossee esistenti;
- Migliorare le condizioni ossee per poi, inserire l’impianto dentale.
Di seguito, spiegheremo i vantaggi e gli svantaggi di entrambe le possibilità.
Per diversi motivi, alcuni medici proporranno la prima opzione e altri specialisti potrebbero invece consigliarle la seconda. Ecco perché, in base alla stessa radiografia, lo stesso paziente potrebbe ricevere diversi preventivi, quando cerca una clinica dentale per curare i denti. L’obiettivo di questo articolo è quello di farle capire prima di tutto la situazione in cui si trova e le alternative esistenti con le loro particolarità. È il paziente che deve prendere la decisione, considerando anche diversi fattori esterni che potrebbero influenzare o meno l’alternativa scelta (le esigenze sul numero dei denti finali per un’arcata, sul risultato estetico, l’età, lo stato di salute, l’igiene, la durata proposta per finire le cure e il budget).
I vantaggi e gli svantaggi delle due possibilità di inserire gli impianti in condizioni ossee minime.
Nella tabella in basso abbiamo fatto un paragone tra le due opzioni per l’inserimento degli impianti dentali quando le condizioni ossee sono minime, indicando le loro particolarità. Probabilmente la cosa più difficile e importante è fare la scelta giusta del piano di cura, sopratutto quando le condizioni ossee sono al limite. Abbiamo deciso di presentare nella seguente tabella sia i vantaggi che gli svantaggi di ciascuna opzione per rendere più semplice l’idea. Speriamo che le sarà utile!
Criterio | Impianti inseriti in condizioni ossee esistenti | Impianti inseriti in condizioni ossee migliorate |
Qualificazione professionale del medico curante | Posizionare l’impianto in condizioni ossee esistente (minime) è un intervento chirurgico ordinario, quindi è possibile recarsi a un qualsiasi chirurgo implantologo. | Le condizioni ossee migliorate consistono nell’aumentare l’osso sia in spessore che in altezza. È importante quindi in questo caso che il medico curante abbia una vasta esperienza nel fare interventi di ricostruzione ossea. |
Durata del trattamento | Il trattamento in questo caso durerà dai 4 ai 6 mesi e avrà 2 fasi importanti (nella prima fase si inseriranno gli impianti dentali, e nella seconda fase si fisseranno le corone sugli impianti. | Il trattamento potrebbe richiedere dai 4 ai 12 mesi. Se sceglie di migliorare le condizioni ossee, a volte è possibile inserire gli impianti dentali contemporaneamente all’aumento osseo (quindi, fare in totale 2 visite), oppure potrebbe essere necessaria una visita in più (1 fase- aumento osseo, 2 fase dopo 5-6 mesi – inserimento degli impianti, terza fase dopo 4-6 mesi – fissaggio delle corone sugli impianti. |
Invasività | L’incisione della gengiva sarà minima e, secondo il numero degli impianti che si inseriranno, potrebbe evitare pure i punti di sutura. Per informazioni più dettagliate legga l’articolo “Ottieni impianti dentali con l’aiuto della dima chirurgica”). | L’innesto osseo consiste nel fare un taglio alla gengiva all’intero quadrante del cavo orale su quale si inseriranno gli impianti. A seconda del tipo di aumento osseo (a blocco autologo, o aggiunta di osso artificiale), si valuta la sua invasività. |
Protesi provvisoria durante l’integrazione dell’impianto dentale | Le protesi provvisorie non sono raccomandate in nessuno di questi casi (scopri perché, visitando il link “L’inserimento degli impianti – come evitare le complicazioni”). Se tuttavia le circostanze non permettono a lei di stare senza denti durante il periodo di osteointegrazione, potrebbe usare una protesi a scopo provvisorio. | Dopo aver fatto un intervento di aumento osseo, le protesi sono assolutamente vietate. Se si trova in questa situazione e tuttavia le circostanze non le permettono di stare senza denti durante il periodo di osteointegrazione, non si deve preoccupare, chieda al medico curante quali altre alternative provvisorie ci sono nel suo caso. |
L’efficienza masticatoria | Di solito l’osso inizia ad atrofizzarsi, partendo dalle zone laterali e raggiungendo la regione frontale. Se le condizioni ossee dell’intero quadrante del cavo orale sono al limite (minimo), allora nella regione del dente 7 (l’ultimo dente, eccetto il dente di giudizio) l’osso potrebbe essere molto basso o sottile, quindi l’ultimo impianto potrebbe essere inserito al livello del dente mancante 6 o addirittura al livello del quinto dente mancante. Alla fine si riesce ad ottenere un dente o due (su un solo quadrante) meno del normale, e di conseguenza diminuisce l’efficienza masticatoria. | Siccome le condizioni ossee saranno migliorate, è più probabile inserire gli impianti nella quantità ossea adatta e in una posizione favorevole per ottenere l’arcata completa dei denti. Il numero massimo di denti garantisce un’efficienza masticatoria molto più elevata. |
Il costo | Questo criterio è relativo, e anche se questa prima possibilità sembra essere più economica rispetto all’alternativa di fare la ricostruzione ossea, potrebbe alla fine non essere cosi. Cercando di inquadrarci nelle condizioni ossei esistenti, posizionando 2 o più impianti in modo asimmetrico, con inclinazioni diverse tra loro, potrebbe essere necessario di utilizzare delle piattaforme speciali, un sistema di viti (monconi) progettato per cambiare l’angolazione della direzione dell’impianto, che ci permetterebbe di ottenere la posizione giusta delle corone difinitive. Questa piattaforma ha un costo aggiuntivo che varia da un marchio di impianto all’altro. | Il costo è sicuramente superiore alla prima opzione di inserire gli impianti nelle condizioni ossee esistenti, ma qui abbiamo la possibilità di inserire gli impianti paralleli e più robusti. Il fatto di inserire gli impianti dritti, non ci obbliga a utilizzare le piattaforme speciali per cambiare l’angolo, anche se queste piattaforme sono raccomandate per entrambe le situazioni. Negli interventi di ricostruzione ossea, come conseguenza all’aumento del volume osseo, il volume iniziale della gengiva potrebbe non essere sufficiente per coprire tutta la zona ricostruita, per ciò, dopo il periodo di rigenerazione ossea potrebbe essere bisogno fare un trapianto gengivale, per ricoprire tutto il volume osseo ottenuto. Questo potrebbe significare costi aggiuntivi. |
I risultati estetici | Se l’osso mascellare si è ritirato e si trova al di sotto del livello osseo intorno ai denti presenti, questa perdita ossea naturale deve essere recuperata, realizzando i futuri denti in base alle condizioni esistenti. Ad esempio: se un dente, in buone condizioni di osso, aveva 5 mm. in lunghezza, e adesso l’osso si è ritirato di 3 mm., il medico protesista dovrà fare un dente lungo di 8 mm. per riportarlo al livello dei denti presenti e per recuperare l’osso perso in altezza. Un dente troppo lungo non ha un bell’aspetto. | Se l’osso mascellare si è ritirato e si decide di recuperare questa perdita facendo una chirurgia ossea ricostruttiva (innesto di osso artificiale o innesto osseo autologo a blocco), allora otterremo un livello osseo normale (com’era prima dell’atrofia). La ricostruzione ossea ci aiuterà a riprodurre una forma bella e naturale del futuro dente. |
Durabilità | Il chirurgo implantologo garantisce in questo caso il posizionamento dell’impianto dentale in condizioni ossee esistenti (minime), ma non può assicurarvi una posizione o l’inclinazione giusta che influisce la durata del lavoro protesico. (Per avere più dettagli, legga il seguente articolo: “Le conseguenze dell’inserimento degli impianti “la dove c’è osso”). | A quanto sopra menzionato, “più è stabile la base, più dura è la casa”. In base allo stesso principio ci possiamo guidare anche qui. In condizioni ossee migliorate, il chirurgo inserirà l’impianto nella posizione più favorevole per fornire un ideale supporto al lavoro protesico e per aumentare la sua durata di vita. |
Conclusione
Se ha difficoltà a prendere una decisione giusta, riguardo alle cure dentali, il nostro consiglio è quello di consultare un medico specializzato in entrambe le situazioni. Se si rivolge a un chirurgo che fa solo impianti dentali, potrebbe non essere molto onesto e pianificare la posizione degli impianti in condizioni ossee esistenti cioe minime, senza informarla della seconda opzione e delle particolarità di entrambe le possibilità. Invece, se si rivolge a un medico che ha già un’esperienza positiva alle spalle nella chirurgia ossea ricostruttiva, sarà sicuramente informato di entrambe le opzioni e prenderà la decisione insieme al dottore, tenendo conto dei fattori esterni che potrebbero influenzare la sua decisione: stato di salute, età, esigenze estetiche, l’igiene e il numero dei denti che desidera ottenere alla fine delle cure dentali.
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